Sezione aurea ecosostenibile

Quattro secoli e non sentirli! Ancora oggi il violino incarna lo strumento ecosostenibile per eccellenza.

Nasce alla fine del ‘500 tra gli alberi della foresta di Paneveggio nel Tirolo. I legni di abete rosso più pregiati vengono scelti qui dai grandi liutai dell’epoca come Stradivari e Amati per costruire uno strumento dalle proporzioni auree.

La sezione aurea o proporzione divina che dir si voglia è un valore numerico costante che rappresenta il rapporto tra due lunghezze diverse. Nel violino tale valore è presente in tantissime parti: una su tutte tra il corpo dello strumento e il manico. La natura ci insegna poi come la presenza di questo valore incarni dal punto di vista estetico i canoni della bellezza: le spirali delle conchiglie, la disposizione dei pistilli nei fiori, anche i semplici broccoli come pure le pigne ma anche il viso dell’ essere umano ne sono l’esempio. Ecco che l’uomo nei secoli ha cercato quasi con ossessione di riprodurre nei suoi manufatti la naturale bellezza del creato usando le conoscenze matematiche e geometriche relative alla sezione aurea.

Dalla natura derivano anche gli altri elementi del violino. Il suono è prodotto da quattro corde in budello e dall’arco dove si montano crini di cavallo. Oggi nulla è cambiato! Il violino ha raggiunto la perfezione in quel lontano passato e oggi immutato regge il peso del tempo a riccio alto!

Ogni sua parte ha origine dalla natura e in essa trova la perfezione grazie all’arte dei maestri liutai che hanno saputo unire materiali di eccellenza.

Il suono prodotto dal violino profuma di bosco. Si racconta che alcuni liutai appoggino un orologio ad una estremità dei tronchi e l’orecchio all’altra e siano capaci di valutare il legno dal modo in cui percepiscono il ticchettio del meccanismo! La stagionatura del legno che può durare fino a 10 anni viene perfezionata all’aperto cullata da un corretto circolo d’aria e dal tepore del sole.

Le vernici ad olio che ricoprono lo strumento sono una pelle che sa far respirare all’esterno le vibrazioni delle tavole. Ogni strumento è unico e costruito a mano. I calcoli delle proporzioni e le ricette delle vernici sono custodite in grande segreto e tramandate solamente da maestro ad allievo tra le mura di ogni bottega. Affascinante e miracoloso come violini costruiti quattrocento anni fa siano capaci oggi di regalare emozioni sempre più grandi. Acquistano valore e qualità con l’avanzare del tempo a differenza degli altri strumenti. Il tempo sembra avere nei confronti del violino non solo la clemenza, ma addirittura una sorta di timore reverenziale.

Dona un infinito senso di libertà a chi con umiltà si mette al servizio della musica. Si appoggia sulla spalla e il legno che vibra proprio accanto alla parte sinistra del cuore è capace di mettere in risonanza l’anima. Ѐ capace di restituire tutta la natura di cui si compone.  Ѐ lo strumento che di più si avvicina alla voce umana e il calore e la grazia del suo suono lo hanno reso destinatario desiderabile di ogni grande compositore del passato.

Nell’iconografia musicale è stato scelto da sommi pittori come Caravaggio, tanto nelle rappresentazioni sacre quanto in quelle profane. Lo troviamo così imbracciato da un angelo nel Riposo durante la fuga in Egitto intento nella lettura di uno spartito o ai piedi di Amore in Amor Vincit Omnia. Gherardo delle Notti  lo celebra in numerose tele stretto tra le mani di musici baccheggianti e ancora lo riconosciamo trionfante tra le nature morte fiamminghe. Estatico tra le braccia della protettrice dei musicisti in Santa Cecilia di Orazio Gentileschi come pure in quella di Guido Reni. Diabolico e con soltanto la corda più grave di sol nel celebre Autoritratto con la Morte violinista di Arnold Böcklin, colorato tra i violinisti di Marc Chagall.

Rappresentante nei secoli delle tematiche più sentite e più forti, potrebbe oggi diventare forse il simbolo oltre che dell’ arte musicale, anche di una vita più … sostenibile?

 

*Gerrit Van Honthorst, The Happy Violinist with a Glass of Wine, olio su tela, 1624

 

Pubblicato da REM 2016

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