Più che prodige, enfant!

Più che prodige, enfant!

 

Molto enfant e assai poco prodige. Difficilissimo tenersi stretto il prodige cedendo l’enfant.

Spesso ti scappa il prodige e pure l’enfant o peggio ancora ti resta l’enfant senza un prodige!

In fondo è una questione di sopravvivenza: l’enfant ti pianta in asso per forza di cose ad un certo punto.

E così devi sopravvivere  solo con il tuo prodige che fino ad ora, mentre era coccolato dall’enfant, hai reso orfano delle tue attenzioni.

Diciamolo poi, lo hai dato per scontato il prodige! Lo hai considerato lo yin dell’enfant; lo yang senza il bisogno dello yin; non lo hai coltivato rispettando il ciclo delle stagioni ed è venuto su un po’ così per i fatti suoi alla bell’e meglio!

Eccoti davanti alla verità: che forma avrà mai questo prodige adesso?

Un bonsai  piccolo ma ben fatto che sembra quasi un albero vero, un cactus verde e spinoso, una patata buona solo fritta, una cipolla che fa piangere, un aglio che fa scappare, un cavolo che resta un cavolo, una pianta fetida e carnaria, un cipresso da cimiteri, un’ edera infestante, una carota che saprà sempre di terra, una rapa dalla quale non si può cavare sangue.

La realtà può essere molto difficile da affrontare!

‘’E’ uno degli artisti più promettenti della sua generazione’’.

Decine di curricula esordiscono così, ma cosa significa poi? Che nella generazione precedente e in quella dopo esistono altre schiere di soldatini ammaestrati che ‘promettono’ come te? Ma di quali promesse stiamo parlando? E quante vengono mantenute?

Promettere è una grande responsabilità. Preferisco non promettere ma uccidermi di fatica per tenermi stretto sia l’enfant e anche il prodige. Uno per lo spirito e l’altro per i giochi di ‘’prestigio’’, se intendete ciò che voglio dire.

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