Desiderio Barocco

Quando vado in latteria immagino che potrò comprare il latte a meno che l’insegna sulla tendina parasole non voglia trarmi in inganno vendendomi salsicce. La stessa cosa mi aspetto quando vado dal pescivendolo: immagino di trovarci del pesce, non attrezzature per il bricolage.

Quando vado da un archettaio non è detto che possa trovare un arco.

Attenzione, non sto parlando di filosofie su grammature e finiture, non parlo di quel delicato e raro equilibrio tra arco e personalità, di quel miracolo che ti fa sentire come se il tuo braccio diventasse quello di Heifetz. Dico che non ci sono archi.

Trovare un arco barocco è stato per me l’ultimo calvario. L’arco precedente mi aveva abbandonata e perciò avevo bisogno urgente di un nipote che lo sostiruisse.

Siti internet con foto da poster 5 metri per 3 , medaglie di premi in sovraimpressione, coppe e trofei.

Sono convinta e gli archi mi piacciono: scrivo email e alzo il telefono.

Bowmaker 1.Italia

Dato il mio assodato campanilismo si tratta di un archettaio italiano al quale rivolgo la mia incommensurata stima da anni. Chiamo e la risposta è che non ce ne sono. Devo aspettare un paio di mesi e comunque dopo che è passata la fiera internazionale della liuteria, perchè prima li vende lì e poi può propormi al meglio quello che rimane: incrinature spelacchiate e resti di battaglie tra compratori cinesi, giapponesi e russi. Stiamo scherzando?

Bowmaker 2.Galles

Il fatto di aver compreso, non senza una certa quale irritaziaone, che quell’ incommensurata stima era unilaterale mi rivolgo all’estero, nelle lontane terre scozzesi. Pare infatti ci sia un graziosa bottega dove si dà il caso ci sia pure un delizioso archettino barocco di fattura francese. Scrivo una email. Quindici ore dopo la risposta: ”Lo abbiamo venduto molto tempo fa e ci scusiamo, ma non abbiamo ancora aggiornato il sito. La mettiamo comunque con piacere in contatto con il bowmaker, così che possa trovare l’arco dei suoi sogni”.

Bowmaker 3.Francia

Ed eccomi li al cospetto del mio portatile a scrivere la missiva oltralpe, verso le chiesette di pietra e i campi di lavanda della profumata Provenza. La risposta non tarda più di una decina di ore. Il bowmaker 3 ha perso tempo evidentemente a fare i sacchettini di lavanda per la biancheria, perchè archi barocchi non ce ne sono. Devo aspettare anche qui un paio di mesi per poterne avere uno, partorito dai seghetti e dalle pialle galliche.

Bowmaker 4. Canada

L’urgenza si fa impellenza e non mi arrendo. Proseguo le ricerche e mi ritrovo tra le fredde montagne al di là dell’ Atlantico, dove credo che con tutti quei boschi certamente il legno non mancherà e sarà pure di buona qualità, data la tempra che solo le basse temperature e la monarchia sanno forgiare. Azzardo e scrivo, tronfia negli occhi delle foto trovate sul sito internet, ricco di immagini di archi barocchi montati e decorati per tutti i gusti. Non meno di ventiquattro ore dopo una concisa risposta che nulla concede: ” Non vendiamo più archi barocchi”. Fine della trasmissione.

Mi sognavo l’arco di notte, Tartini e Viotti mi soccorrevano in sogno premurosi e comprensivi. La disperazione mi ha fatto accarezzare l’idea di prendere un arco di fabbrica: quello ci sarà no? Altrimenti che fabbrica è! Orrore e raccapriccio al cospetto delle finiture inesistenti: non posso farcela.

Bowmaker 5. Italia bis

Mi rimetto sulla retta via e torno in patria. La storia della liuteria vibra in me più che mai quando sto componendo il prefisso cremonese. Ho fatto il passo che dovevo fare fin da subito e mi maledico per aver perso tempo. Controllo il mio conto corrente e mi preparo all’impatto, perchè si sa, in certi luoghi paghi la qualità più che in altri. Come se in montagna ti facessero pagare per respirare l’aria buona o se le vongole pescate a un metro dal ristorante a Choggia le pagassi di più che a Milano (forse succede?). Me ne infischio e vado dritta al mio obiettivo: voglio un maledetto arco barocco, fregatemi pure!

In una città dove il patrono è Sant’Omobono mi prostro al cospetto dell’arte umana e dei capolavori nati nelle mani di uomini che là, da secoli, portano in alto il nome dell’artigianato made in italy. I miei occhi brillano: avrò un arco barocco fatto dai maestri di Cremona.

La telefonata è stata spiazzante. Dopo essermi sottoposta ai piacevoli vapori del decanter di lodi sulla maestria del bowmaker 5, nel preciso momento in cui ho fatto richiesta per una spedizione entro 2 settimane, gracchia dall’altro capo del filo la risposta: ”Ah signora non so se ce la facciamo, anzi le dico subito che non ce la facciamo”. Il mio occhio a spillo per l’insonnia e lo stress dei giorni passati (si fa prima a trovare marito), ha reso muta la mia bocca e non replico. Al telefono mi viene anche detto che tutti (si tutti) gli archi barocchi sono fuori in prova e che il prezzo non si sa al momento (vedi la dicitura prezzo ad personam!). Bisognerà aspettare un paio di settimane almeno, se non un mese.

Ma cosa significa non ce la facciamo!? Ma non c’era la crisi che muove l’economia, il business? L’ansia di vendere, l’urgenza di fare fatturato, di maturare entrate. Voglio comprare, voglio spendere: pronto, c’è nessuno??

Riaggancio il telefono.

A questo punto prospetto un cambio di programma per il concerto che avrò la settimana a venire. Mi conviene per preservarmi la salute e mi costa meno in tutti i sensi.

Bowmaker 6. Francia bis

E invece no. Adesso è una questione di principio e soprattutto una questione di orgoglio ferito. O forse si tratta solo che il violinista per definizione ha la testa dura e ama rompersela a suon di capocciate.

Annoiata apro il portatile e digito per l’ennesima volta sul motore di ricerca le parole arco-barocco: ed eccolo li. Come mai mi era sfuggito? Il bowmaker 6. Il sito internet, commovente per la sua semplicità (ma in 7 lingue), propone 7 o8 tipologie di arco barocco e per ogni tipo di borsellino. Ma ormai sono talmente pigra e avvilita che mi manca la voglia di copiare l’indirizzo email o di comporre il numero di telefono. Il social mi torna utile e scrivo lì, un messaggio breve e indifferente sul solito fatto: mi serve un arco barocco.

Mentre navigo nel mare del caos e della disperazione social, a pochi minuti dal mio messaggio digitale ecco la tiepida risposta del bowmaker 6: ” Certamente, le faccio una spedizione in 24 ore”.

Ho riletto il messaggio più di 4 volte lo ammetto.

Ed è andata così, con tanto di certificato e di arco finalmente intagliato e finemente decorato.

 

*Guido Reni, Santa Cecilia, olio su tela, 1606

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